Neera. La questione dell’amore

Neera

Una generazione ne cancella un’altra e la presente è quella che approssimativamente qualcuno conosce. Questo non solo in poesia. Un’altra cancellazione è quella interna a ogni generazione; e nonostante cent’anni e più di femminismo è “ancora” l’altra metà del cielo a essere obnubilata. Leopardi, Pascoli, Carducci, D’Annunzio, Montale… è facile non inanellare nemmeno un nome femminile, per chi la poesia la pratica poco. E così nel campo dell’arte, dove chi cita Artemisia Gentileschi è un erudito. Pardon.

Il bello della differenza è che nessun approccio può rendere conto di una testimonianza di vita di scrittura. Non c’è sociologia, non c’è antropologia, non c’è biologia del caso. Nessuna genealogia, altrimenti ogni impiegato delle Assicurazioni generali è Kafka.

E comunque anche tra i dimenticati c’erano vari autori di successo. Il romanziere più noto negli anni venti del secolo scorso, con vendite di 300 mila copie è diventato sconosciuto, Guido da Verona.

Resta che la negazione della questione donna miete tuttora le sue vittime fra le poetesse. Ci sono pure i criteri del successo che non permettono di cogliere un’onda poetica piuttosto di un’altra. Eppure non è difficile intendere la fossa comune dell’ideologia poetica dell’epoca attuale. Altro affare è allontanarsi in altre epoche. Non resta che leggere e affidarsi al testo, quando c’è.

Non tutto ciò che è degno resta: è immensa la serie delle opere scomparse, fra guerre e altre distruzioni.

À plus fort raison, è encomiabile e non solo interessante il lavoro editoriale di Maria Grazia Amati con la collana “Donne in poesia” per Bertoni Editore, giunto nell’aprile di quest’anno al suo quarto volume: Neera, Aspre lotte e cozzo d’armi. Poesie e altri scritti. È quasi una prima edizione, perché per la prima furono stampate poche copie per gli amici, nel 1919, dopo la sua morte.

Non è mai privo d’interesse indagare sui nomi d’arte, più che pseudonimi: Neera è una ninfa citata da Ovidio nelle sue Metamorfosi… Atteniamoci al suo nome secolare e alle sue poesie dell’edizione postuma: Anna Radius Zuccari (Milano, 1846-1918). Per la biografia, la bibliografia e la testimonianza intorno all’opera di Neera vale il lavoro della curatrice.

Appena qualche dettaglio. «Indifferente a tutto ciò che fosse cronaca, pettegolezzo o politica, cercavo avidamente le notizie artistiche, gli articoli letterari» (Lettera a Luigi Capuana, 1891). La bella differenza che interviene nella poesia di Neera richiede il distacco dagli orpelli dell’epoca, in quella categoria che non a torto ingoia anche la cronaca e la politica: il pettegolezzo.

Che cosa interessa Neera? La questione dell’amore: non l’erotismo, non quel che altri chiama amore, ma quel che “amore” interviene nella sua vita e nella vita dei suoi impersonaggi. Nessun trattamento sociale dell’amore: nessuna cronaca dell’amore, nessun pettegolezzo dell’amore, nessuna filosofia politica dell’amore. Nell’ambito poetico si attiene alla rima e la scavalca talvolta, quando la materia dell’esperienza prende il sopravvento. Ironica la chiamata in causa a un amico di un diavoletto che le detta la poesia. L’autore per ciascuno è inassumibile. L’autore non è un soggetto. Scrivere senza più soggetto è un bell’affare.

Certo c’è un modo notizionale poetico in Neera in cui la rima va anche fuori metro, ma nel senso che va fuori pettegolezzo, ossia non si attiene ai precetti dell’epoca nemmeno al nascente femminismo, che non sacralizza e non esecra. Questione d’indipendenza intellettuale. La sua corrispondenza con Matilde Serao, con Vittoria Aganoor, con Luigi Capuana, con Benedetto Croce, e non solo, testimonia che la sua è scrittura dell’esperienza e non una prodezza di stile su canovacci che strizzano l’occhiolino ai successi mercenari.

Non è comunque un caso che le poesie di questa edizione, cent’anni dopo la prima, siano state pubblicate postume già allora. Poesie come “Scherzo” e “Ad un amato in sogno” erano come il capitolo terzo delle Memorie di Daniel Paul Schreber: implicitamente non gradite alla famiglia per la pubblicazione in vita.

Neera, Aspre lotte e cozzo d’arme. Poesie e altri scritti è un libro che nella redazione è erudito, specifico, preciso, dalle note della curatrice, Maria Grazia Amati, alla prefazione di Silvio Raffo, alla postfazione di Silvio Aman.

 

 

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