Otto poesie da “Metrica del tempo”

Luino, diciotto aprile duemilaventidue

* a Marina Cvetaeva, dea viaggiatrice

 

Tornata dalle cavità di Ade

venne Hermes sull’arco della notte

col suo cappello d’ali

e di vento a condurmi

a rimare con i paria.

 

Mi palpitano intorno tre dee –

due viaggiatrici, una stanziale.

 

E alcuni dei circonfusi di luce.

 

Metrica del tempo, Offerte agli Olimpici  

 

* nel VII Centenario della morte di Dante Alighieri

domenica, 25 Aprile 2021, ore 6 del mattino

 

...inver’ la Mira, scrivesti.

E io venni là dove la Riviera

curva tra l’estiva distesa verde

e alberete di pioppi bianchi

vinta dai versi fiammeggianti

purezza d’orgoglio

in anni miei, lontani dai tuoi

petrosi per l’orbe raminghi.

Gli enigmi secolari cerchiano d’oro

la vita in nuce, e lonza leone lupa

e gli altri del bestiario falotico

turbano ancora il periglio d’acqua

la mirabile volta mutevole

sopra le cannucce e ’l braco

dove si spira a Oriaco

nudo l’aere lento.

 

Metrica del tempo, Offerte agli Olimpici  

 

 *

Dove l’aria s’ingrigia e torbido

sale il modo dell’acqua

avanza tagliente l’assetto della luce

sul suono grave delle ore scosse

più maestosa s’invera la stagione

dove si colma la dissonanza.

 

Metrica del tempo, Simplegadi  

 

*

L’appuntito afrore della malombra

avverto nella frequenza del vento     

in questo aprile qua e là soave

agli ornati dei fiori,

ancora vestito di poco

nella sua gialla follia agreste

eppure più chiaro nello statuto

celeste illimite all’istanza di grazia.

 

Metrica del tempo, Simplegadi  

 

*

Monadi, talvolta lanciando

luce di avvicinamento

nella migliore grazia

restituzioni di portolani

racconti di traversate sicure

spieghiamo le vele

oltre la partitura del vento,

il suono incessante marino.

 

Metrica del tempo, Monadi

 

*

Siamo case battute dal vento

in isole distanti in mari

freddi o assolati da malìe

nettuniane, finzioni

in campiture di destino

scancellate dal fato, frammenti

probatori visibili ossimori

sbiadenti brevi luci.

 

Metrica del tempo, Monadi

*

Non piegate poesia

a capricci egotisti

metope fuori ordine

vertigini liminari

border-raptus scribendi

insorgerà irriderà

false devozioni

ridicoli inchini

rosette d’affiliazioni

dea dagli occhi frigi

incendierà con specchi ustori

gli scartafacci bramosi.

 

Metrica del tempo, Dea dagli occhi frigi    *

 

Sàpere aude

Orazio

 

Oh, la gran stupefazione che ingenera

lo scrivere di ombre e mali, 

del precipitare dentro voragini fetide

o dell’asservirsi all’aria ctonia! 

Questa normalità ordinaria

questa banalità dozzinale

è ovvia strada comune,

persino soddisfazione

di riconoscersi in comunanza.

Ma lo scandalo è la luce.

Il fregio

la gran croce al merito

è scrivere dell’assenza,

della ricerca

del rinvenimento

di quel frammento che arrovescia

la bassura

la sorte iniqua

la fosca carezza dell’alleanza mortifera.

 

Metrica del tempo, Dea dagli occhi frigi *

 

Noticina

Le poesie qui presentate fanno parte di una silloge in via di costruzione il cui titolo è Metrica del tempo. La scelta dei testi si rivela complessa, poiché essi coprono un ampio arco di tempo: quindici anni in cui poesia si è rivelata con discrezione e lentamente affermata come presenza potente e sviluppatrice di riflessione e conoscenza stabilendo suoi tempi e modi di apparizione, poiché è la sua entità a governare ispirazione e scrittura. Da qui il titolo del libro futuro: esso vuole significare che attraversare il tempo è una questione per cui la complessità dell’esistenza richiede misura, assetto di grazia determinazione comprensione – il corrispettivo dinamico dell’intrinseca misura immobile del tempo che per l’uomo resta, oltre ogni disquisizione di ordine filosofico, un enigma, una provocazione a sondare l’imperscrutabile, cogliere la ragione del suo statuto che a noi appare fermo indifferente assurdo –. In relazione alla “misura” che si riferisce, anche, al concetto di armonia, la struttura della raccolta prevede quattro sezioni: rappresentano stagioni di vita, stagioni di conoscenza, passaggi prove attraversamenti secondo gradi di difficoltà e superamenti e, in particolare, una struttura archetipica per cui il numero è caricato di ontologia e affettività.

La sezione Dea dagli occhi frigi è costituita da una ventina di testi ispirati alla Poesia alla quale attribuisco sia la sacralità, sia lo sguardo frigio. Le fonti greche testimoniano, in relazione ai Frigi, alte abilità nelle arti, tanto da ritenerli “inventori di strumenti musicali, ricami e forme letterarie”;  inoltre, la loro capitale era Gordio e, secondo la tradizione, i loro sovrani Gordio e Mida: poesia rappresenta, da un lato, una estrosa raffinata   modalità di conoscenza e di sapere;  da un altro, in metafora, perpetua la questione del “nodo insolubile” (non a caso collocato da Gordio nel tempio di Zeus e, secondo leggenda, sciolto, anzi, reciso da Alessandro Magno), ossia la domanda insolubile “Che cosa è Poesia?”: ad essa non è dato rispondere in maniera esaustiva poiché anch’essa, come il tempo, ha struttura d’enigma: scioglierlo, significa sottrarre poesia alla sua natura che si esprime per parole di poesia, ovvero, analogiche, vaghe e al contempo impressive, avvolte da aura imaginifica, evocatrice e consegnarla alle parole della prosa; significa farla divenire altro da sé, sottrarla all’investitura sacra inferendole un colpo blasfemo, mortale.

 

 

Indietro
Indietro

Geo Vasile, Poesia

Avanti
Avanti

Palinsesto per H.